L’ungherese, oltre gli stereotipi

È comunemente etichettata come una lingua ostica, ma l’ungherese vi sorprenderà per l’originalità del suo lessico e della sua sintassi

Nel lessico comune quando ci si riferisce a una “lingua ostica” si intende un idioma “nemico” (dal lat. hostĭcu(m) ‘ostile’, da stis ‘nemico’), complesso, dalla grammatica e dalla fonetica cognitivamente distante dalla nostra lingua madre.

Secondo il comune sentire, tra le lingue proverbialmente ostiche, oltre all’arabo, il cinese e l’ostrogoto, un posto d’onore è occupato certamente anche dall’ungherese, poco felicemente nota come “lingua del diavolo”. Anche le parole stesse che ne indicano il ceppo di appartenenza, uralico > ugro-finnico > ugrico, già dal suono si ergono a spauracchi della sua complessità e, insieme all’alto numero di casi che include nella sua sintassi, incutono qualche timore di troppo a chi si appresta a imparare questa lingua, inducendolo a desistere dall’impresa.

SFATARE GLI STEREOTIPI

Anche con l’ungherese proveremo a fare, però, una cosa che ci piace molto: smontare i falsi miti e gli stereotipi che a volte ingabbiano e limitano il nostro sguardo sulle culture del mondo.

Partiamo da questo assunto: l’apprendimento di una nuova lingua è sempre un’impresa e, a conti fatti, non esistono lingue di per sé facili o difficili. In sintesi, è sempre una questione di punti di vista perché una lingua può sembrarci anche molto lontana dai nostri schemi mentali, ma non è affatto detto che determinate diversità causino necessariamente grosse difficoltà sul piano dell’apprendimento.

Consideriamo ad esempio l’italiano nella prospettiva di uno straniero. Mettiamo il caso di un parlante di lingua inglese e immaginate la sua iniziale difficoltà nel tradurre semplici frasi senza essere abituato a coniugare il genere, un’operazione che a noi appare estremamente naturale perché insita nel nostro sistema grammaticale.

Ebbene, l’ostico ungherese potrà anche avere alle nostre orecchie un suono completamente “alieno”, ma al contrario dell’italiano la sua grammatica non prevede la declinazione del genere, dunque non ci costringe a imparare a memoria, oltre ai lessemi, anche la loro appartenenza al genere maschile, femminile o neutro (cosa che interessa invece, per esempio, i discenti di lingue slave). Il suo apprendimento inoltre non ci espone al rischio dei cosiddetti “falsi amici”, in cui incappiamo sistematicamente se decidiamo di apprendere una lingua romanza, cioè di origine latina, come il francese, lo spagnolo, il portoghese o il romeno.

Si tratta di elementi che, messi uno in fila all’altro, hanno tutti la loro importanza nell’economia dell’apprendimento.

LE ORIGINI DELL’UNGHERESE

A proposito di origini, chi si appresta allo studio dell’ungherese o lo conosce un po’ ne sarà già al corrente, ma ciò che rende particolarmente interessante l’apprendimento di questa lingua sono proprio le sue origini, legate alla storia del suo popolo.

Gli ungheresi discendono da un’antica popolazione nomade proveniente da regioni comprese tra gli Urali e il Volga, insediatasi poi intorno al IX secolo nelle pianure pannoniche dell’Europa centrale. Prova ne è il fatto che a magyar nyelv, la loro lingua, non appartiene né al ceppo delle lingue slave e germaniche (cioè indoeuropee), né a quello delle lingue dei popoli proto-turchi coi quali gli ungheresi erano entrati in contatto nelle loro migrazioni dalle steppe orientali fino ai Carpazi. La loro è quindi una lingua uralica, simile a quella dei lapponi, degli estoni e di altri popoli finnici del Volga: proprio questa loro diversità linguistica li ha preservati dall’assimilazione ad altri popoli comei proto-turchi o i popoli della steppa, con i quali hanno pure convissuto a lungo e condiviso le tradizioni e le arti della guerra.

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Imbarcazione sul lago Balaton

Passando dal nomadismo alla stanzialità, dal culto pagano a quello cristiano, dall’arte della guerra a quella delle “relazioni internazionali”, gli ungheresi hanno realizzato un percorso di occidentalizzazione lungo oltre un millennio per entrare a far parte della multiforme realtà europea alla quale hanno offerto via via l’apporto della loro storia e della loro cultura.

LE CARATTERISTICHE DELL’UNGHERESE

La lingua ungherese presenta un lessico e una struttura sintattica molto originali, completamente diversi dalle altre lingue europee.
È una lingua definita agglutinante suffissante: le parole vengono formate “incollando” alla radice, una dopo l’altra e secondo un preciso ordine, diverse unità elementari (suffissi) o aggiungendo posposizioni che ne segnano la funzione nella frase. Ad esempio: “per i miei amici” in ungherese diventa a barátaimnak (a barát-ai-m-nak, lett. “gli amico-i-miei-per”).
Alla già citata assenza di genere grammaticale e alla presenza di un ingente numero di casi al posto dei complementi, si aggiunge la scrittura fonetica (quella che come in italiano corrisponde alla pronuncia), l’uso di ben 14 vocali, due semivocali e di ben 44 lettere dell’alfabeto.

Un’altra caratteristica molto singolare, tipica delle lingue agglutinanti, è la regola dell’armonia vocalica: ogni parola contiene o tutte vocali basse (a, á, o, ó, u, ú) o tutte alte (e, é, i, í, ö, ő, ü, ű); fanno eccezione parole con “i”, quelle straniere e quelle composte).

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Ahány nyelvet tudsz, annyi ember vagy. Tante lingue conosci, tante persone sei, – dice un proverbio ungherese.

Nelle lingue come nelle culture dei popoli, è bene andare oltre le apparenze, per indagare il senso più profondo delle differenze, ma anche, e soprattutto, soffermarci sulle somiglianze che ci accomunano, linguisticamente e umanamente. Nel nuovo Ungherese Senza Sforzo, curato da Giulia Ambrosi, troverete un puntuale approfondimento degli argomenti presentati sin qui e un compagno di viaggio che vi aiuterà a scoprire una lingua in grado di regalarvi un arricchimento inaspettato.

E a chi continua a pensare all’ungherese come la “lingua del diavolo” raccontiamo un episodio caro agli abitanti di Budapest. Nel 1986, durante un concerto dei Queen, Freddie Mercury per omaggiare i suoi spettatori intonò a sorpresa un canto popolare, Tavaszi szél vizet áraszt, particolarmente rappresentativo dell’animo ungherese. Il pubblico rispose con un’ovazione per ringraziare l’artista della performance, ma anche per lo sforzo di aver cantato quei versi in una lingua a lui completamente sconosciuta, scrivendone la pronuncia sulla mano.

La calda voce di Freddie suona tutt’altro che diabolica. Provate a intonarla anche voi!

Tavaszi szél vizet áraszt,                                         Il vento di primavera solleva [le] acque,
virágom, virágom.                                                    fiore mio, fiore mio.
Minden madár társat választ,                               Ciascun uccello sceglie [il proprio] compagno,
virágom, virágom.                                                   fiore mio, fiore mio.
Hát én immár kit válasszak,                                 Chi mai dovrei sceglier’io,
virágom, virágom?                                                 fiore mio, fiore mio.
Te engemet s én tégedet,                                     Tu [sceglierai] me e io [sceglierò] te, 
virágom, virágom.                                                  fiore mio, fiore mio.

VIDEO
RECENSIONI

Giulia Zangerle

Ritengo che sia il miglior corso di lingue per autodidatti sul mercato. Il mio livello C1, raggiunto con l’inglese e il francese, senza dubbio alcuno deve molto ai corsi base e di perfezionamento! Grazie mille, per il servizio e la sempre cortese professionalità offerta

l.castrogiovanni@campus.unimib.it

Ho ormai finito da qualche giorno il metodo di greco moderno che proponete in catalogo. Ho seguito il corso nella sua interezza, compreso di supporto audio che ho potuto facilmente trasferire sul mio cellulare in modo tale da avere sempre a portata di mano le lezioni. Devo dire di avere ottenuto notevoli risultati in poco tempo: tutti i miei amici greci sono rimasti stupiti, mentre quelli che non mi conoscevano mi hanno scambiato addirittura per un greco inizialmente. Per questo vi ringrazio di cuore del lavoro svolto su questo manuale, che consiglio vivamente a tutti i miei amici!

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