L’uscita del nostro attesissimo Romeno Senza Sforzo, già annunciata alcuni giorni fa sui social, è ormai una realtà. Siamo molto soddisfatti di aver finalmente riportato questa lingua nel nostro catalogo e contenti di averlo fatto in un momento molto speciale nella storia della Romania: dallo scorso 1° gennaio il Paese sta svolgendo il suo mandato semestrale allaPresidenza del Consiglio Europeo. Il governo romeno si trova, per la prima volta dall’ammissione nell’Unione nel 2007, a fare la sua parte nelle istituzioni europee e a tirare le fila di un‘agenda che dovrà portare l’attenzione su temi cruciali per il futuro del continente. Dall’immigrazione, alla Brexit al bilancio a lungo termine, su tutto questo l’Europa intera si confronterà in terra romena nel prossimo vertice di Sibiu, il prossimo 9 maggio.
Per quel che riguarda l’argomento lingua, e per poterlo affrontare, come sempre, dalla giusta prospettiva, vi diamo un assaggio delle conversazioni avute, nel corso del lungo lavoro di preparazione del corso, con la ricercatrice e linguista Alexandra Corina Stavinschi che ne ha curato l’adattamento in italiano.
Nata a Bucarest, Corina ha assecondato una forte vocazione per le lingue (e per l’italiano, in particolare) che l’ha condotta negli anni a vivere e studiare in diversi paesi europei. Trasferitasi per la prima volta in Italia, a Torino, nel 1995 per un primo progetto universitario, prosegue la sua carriera di ricercatrice alla Normale di Pisa, poi a Bristol, Oxford e Barcellona. Da un paio d’anni si è di nuovo riavvicinata all’Italia, ma con interessi di ricerca che abbracciano ormai un’area molto più ampia, nell’ambito della linguistica cognitiva e delle sue applicazioni a corpora multilingui.
Corina, prima di ogni cosa, ci aiuti a capire quale delle due è la dicitura più corretta: romeno o rumeno?
In verità, entrambe le diciture sono accettate, la scelta segue un po’ le mode. Attualmente la popolazione apprezza di più “romeno” perché è un termine più vicino alla parola “Roma”, da cui chiaramente deriva.
Parliamo un po’ di origini. Com’è nata e si è diffusa questa lingua?
Il romeno è una lingua indoeuropea, neolatina, rappresenta cioè il frutto dell’evoluzione del latino che si parlava in alcune aree dell’Europa sud-orientale dal momento della loro definitiva conquista da parte dell’Impero romano.
È quindi una lingua molto simile all’italiano, al francese e allo spagnolo ma, in modo singolare rispetto alle altre, si è sviluppata come un’isola in un territorio in cui si parlavano e si parlano ovunque idiomi di origine diversa. L’isolamento ha influito molto sulla sua evoluzione perché l’ha indotta ad assorbire continue incursioni di termini e regole sintattiche appartenenti alle lingue che si parlano nei territori vicini. Attenzione però, niente che sia andato seriamente a condizionare le strutture grammaticali e le parole di questa lingua. Del latino il romeno ha mantenuto la gestione dei casi (anche se in una versione molto semplificata), presenta oggi tantissime assonanze con le sue antiche parole e le strutture grammaticali sono molto simili a quelle delle altre lingue romanze. Allo stesso tempo, chi si appresta a conoscerlo potrà rintracciare tutta una serie di termini “esotici” che non fanno però che rendere ancora più interessante l’apprendimento.
Per i motivi descritti sopra, forse un italiano di primo acchito potrà ritenere più semplice avvicinarsi al francese o allo spagnolo, ma niente paura. Le trasformazioni che le lingue subiscono non sono del tutto casuali: bastano quindi pochi accorgimenti per ritrovare nel romeno la matrice comune, tanto nella grammatica come in gran parte del vocabolario.
Date le radici comuni tra italiano e romeno, i rispettivi parlanti sono facilitati nell’apprendimento dell’altra lingua?
Sia per un italiano che per un romeno l’apprendimento dell’altro idioma avviene con naturalezza e facilità.
Per i romeni imparare l’italiano è un po’ come sentirsi a casa, non solo per il suono della lingua, ma anche perché da sempre avvertono una certa affinità con l’Italia, nei costumi, nel modo di mangiare, nella vita sociale, ma anche nel modo di intendere la famiglia. Non dimentichiamo poi che negli ultimi decenni, per la Romania un periodo di forte crisi economica, tanti romeni si sono trasferiti in Italia in cerca di lavoro e tanti di loro hanno poi scelto di rimanervi.
Viceversa, sono tanti anche gli italiani oggi vivono in Romania: sono perlopiù imprenditori e professionisti che si sono trasferiti in cerca di nuovi mercati e fortuna economica. In quei posti ritrovano qualcosa dell’Italia degli anni ‘60, cioè un territorio semplice e con tanti problemi economici, ma in grande crescita e con varie opportunità di investimento. Tanti di loro preferiscono la Romania alle confinanti Bulgaria o Ungheria, perché il fattore lingua gioca il suo ruolo: per un italiano il romeno rispetto alle lingue slave o ugrofinniche è più facile da imparare e spaventa meno.
Ad ogni modo negli ultimi anni gli spostamenti fra Italia e Romania sono aumentati in maniera esponenziale. Le prime ad accorgersi di questo fenomeno furono le compagnie aeree low-cost che ne approfittarono per creare una rete capillare di collegamenti aerei con la Romania a prezzi molto convenienti. Questo, a sua volta, ha incoraggiato ulteriormente i viaggi e gli scambi interculturali e, ovviamente, anche linguistici!
Il Palazzo della Cultura di Iasi
Qual è la tradizione di studio delle lingue in Romania?
La Romania è stato un paese a vocazione francofona, una tendenza comune, del resto, a tanti paesi dell’area balcanica e anche della Russia: tradizionalmente infatti il francese era considerato la lingua della cultura.
Nel corso dell’800, con la Scuola Transilvana, è iniziato un movimento culturale che ha avuto un ruolo molto importante nella riscoperta delle origini latine della lingua romena. Furono condotte, a partire dalla metà del secolo, numerose ricerche filologiche per indagare e documentare tali origini e non meno importante fu l’impulso di questi studiosi nell’introdurre in romeno l’uso dell’alfabeto latino al posto di quello cirillico. Mentre le altre lingue romanze, grazie al latino cancelleresco ed ecclesiastico, ebbero l’occasione di rilatinizzarsi molto presto, il romeno dovette aspettare molto di più prima di essere soggetto a un processo analogo; eppure, la sua struttura latina sopravvisse indiscutibilmente.
Il castello di Bran, in Transilvania, dimora di Vlad Tepes, il sanguinario principe il cui personaggio romanzato è stato identificato con il famigerato Conte Dracula
In tempi più recenti l’interesse per il francese ha prevalso, fino a quando non è stato superato da quello per l’inglese. Ad ogni modo, quando, nei lontani anni ’80, ancora bambina iniziai a manifestare il mio interesse per l’apprendimento dell’italiano, le cose per me non furono affatto facili. Ero l’unica allieva ad amare l’italiano in un mondo in cui tutti imparavano il francese o l’inglese. Decisi allora di farlo da autodidatta, ma non essendo l’italiano materia di insegnamento, mancavano totalmente i libri di testo. Ricordo che il primo testo a cui potei fare riferimento per apprendere le basi dell’italiano era un manuale di base francese, quindi per imparare i primi rudimenti di italiano dovetti farlo partendo dal francese! In più si trattava di un testo difficile perché improntato a un metodo tradizionale, molto impostato sull’apprendimento della grammatica e poco sull’ascolto e l’assimilazione.
Come linguista, quale metodo di apprendimento delle lingue si sente di consigliare?
Il metodo tradizionale è senz’altro solido ed efficace, però richiede da subito tanto tempo e molta pazienza. Mi vien da pensare quindi che ogni epoca forse ha il metodo di apprendimento delle lingue ad essa più funzionale. Oggi la globalizzazione e la tecnologia ci danno una marcia in più, ci permettono di fare quello che si chiama “bagno di lingua”, cioè ci danno la possibilità di immergerci in una nuova lingua senza conoscerne ancora perfettamente le regole grammaticali per lasciare che la relazione tra suoni, parole e regole di sintassi si crei nella nostra testa nel modo più naturale possibile, proprio come ci è successo quando da bambini abbiamo appreso piano piano la nostra lingua madre. E, in fondo, cos’è questo se non il metodo proposto da Assimil? Ho potuto sperimentare l’efficacia del metodo intuitivo qualche anno fa, nel periodo trascorso a Barcellona. Volevo assolutamente imparare il catalano e, seguendo passo passo la tabella di marcia, ricordo che un bel giorno d’improvviso ho cominciato a parlare. Una bellissima sensazione.
Corina, perché studiare il romeno?
Il romeno si può studiare, ed è bene farlo, per vari motivi. Ad esempio, potete imparare il romeno se avete voglia di visitare la Romania o perché la cultura romena vi attira in modo particolare. O ancora, vi conviene farlo se, per motivi professionali, sapete già che visiterete questo paese molte volte o dovrete trascorrervi molto tempo.
Al di là delle motivazioni più o meno pratiche, imparare il romeno per un italiano è un’avventura molto coinvolgente. Questa lingua offre una speciale chiave di accesso alle culture balcaniche perché permette ai più curiosi di cominciare a cogliere le particolarità delle lingue dell’est partendo, però, dall’apprendimento di una lingua tutto sommato molto simile all’italiano. Ed è un percorso che offre molta soddisfazione. Ci si avvicina ad essa con la sensazione di approcciare qualcosa di diverso, lontano e anche difficile, ma si scopre molto presto che invece è tutto molto più simile a quello che già si conosce e si rimane sorpresi dalla velocità con cui si apprende.
Infine, dal punto di vista di un parlante italiano il romeno è una lingua che si presta molto bene all’apprendimento intuitivo, oggi disponibile col metodo Assimil. Dunque, qualunque sia la vostra motivazione, il Romeno della collana Senza Sforzo è fatto per voi!
Ritengo che sia il miglior corso di lingue per autodidatti sul mercato. Il mio livello C1, raggiunto con l’inglese e il francese, senza dubbio alcuno deve molto ai corsi base e di perfezionamento! Grazie mille, per il servizio e la sempre cortese professionalità offerta
l.castrogiovanni@campus.unimib.it
Ho ormai finito da qualche giorno il metodo di greco moderno che proponete in catalogo. Ho seguito il corso nella sua interezza, compreso di supporto audio che ho potuto facilmente trasferire sul mio cellulare in modo tale da avere sempre a portata di mano le lezioni. Devo dire di avere ottenuto notevoli risultati in poco tempo: tutti i miei amici greci sono rimasti stupiti, mentre quelli che non mi conoscevano mi hanno scambiato addirittura per un greco inizialmente. Per questo vi ringrazio di cuore del lavoro svolto su questo manuale, che consiglio vivamente a tutti i miei amici!
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