Svezia: parola d’ordine sostenibilità
Ecco come innovazione, investimenti e politiche ambientali hanno creato una nazione a misura d’uomo… e di pianeta!
Se per alcuni la pubblicazione di una nuova opera rappresenta un obiettivo raggiunto, per tutti gli altri è una nuova opportunità, il punto di partenza per un nuovo viaggio. Ecco il suggestivo racconto di Enrico Orsingher, che ha curato “Il turco – Collana Senza Sforzo”.
È estate. E come ogni estate tutto ci sembra più possibile, perché le giornate sono lunghe e il sole ci rende più positivi. Nel momento del meritato relax, si comincia anche a far progetti per ciò che sarà da settembre in poi la nostra vita, perché anche se non siamo più alunni o studenti, quell’inizio dell’anno non solare ma scolastico, continua a presentarsi a noi come carico di aspettative e di nuove possibilità. E se fra le vostre buone risoluzioni, oltre a dedicarsi maggiormente a una determinata passione e al rimettersi in forma, vi è anche quella di imparare una nuova lingua, il nuovo corso Assimil di turco fa proprio al caso vostro!
Iniziamo con la domanda forse più ovvia, ma proprio per questo inevitabile.
Perché imparare il turco e perché farlo adesso?
Per rispondere a questa domanda, partirò dalla seconda parte, ovvero perché farlo adesso. Come detto sopra, siamo in estate e la Turchia, dopo la Grecia e l’Italia, è il terzo paese mediterraneo per estensione costiera. Quindi si tratta di un paese che vi dà la possibilità di immergervi nello studio, mantenendo i piedi a mollo nel “nostro” amato Mar Mediterraneo, che se è “nostro” dal punto di vista di Roma (Mare Nostrum), è invece “bianco” (Akdeniz, Mar Bianco) dal punto di vista della seconda Roma, ovvero di Istanbul, in opposizione all’altro mare “loro”, il Mar Nero (Karadeniz)…
Insomma un viaggio last-minute con l’Assimil sotto braccio ad agosto o a settembre per Smirne, Antalya o Bodrum (a noi più familiare col nome di Alicarnasso) – per citare alcune delle innumerevoli località turistiche costiere – è sicuramente il modo migliore per spronarsi ad apprendere il turco!
Ma anche cominciare lo studio quest’estate con l’obbiettivo di esser pronti per la prossima non è malvagia come idea!
Il tutto senza dimenticare che la Turchia non si riduce certo alle sue coste e che essendo grande due volte e mezzo l’Italia non vi troverete certo in carenza di luoghi stupendi da visitare ad ogni momento dell’anno, due su tutti i Camini delle fate in Cappadocia e ovviamente Istanbul, una delle poche città dove si esperisce la stessa profondità e sovrapposizione temporale che si vive a Roma…
Sul perché imparare il turco, si può dire che le ragioni si sprecano. La Turchia è un paese dall’economia forte e dalla cultura molto importante e influente che ha raccolto e rivendicato l’eredità di una delle più grandi entità statali della storia, l’Impero ottomano. Inoltre, come l’Italia, fa parte della NATO, ed è, a fasi alterne – a seconda della politica interna del paese –, candidata a diventar membro dell’Unione Europea. Tutto questo ci mostra quanto la Turchia sia un partner di primo piano negli scacchieri politico, economico e commerciale. Ma volendo essere un po’ più prosaici, non è da tralasciare il fatto che sapere il turco vi permetterà di guardare serie televisive turche in lingua originale e dunque di apprezzare Can Yaman non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello linguistico!
Ma se ci sono tutte queste ragioni, allora perché non ci sembra proprio così ovvia l’idea di imparare il Turco?
Da quando si sono installati in Asia minore e da lì si sono espansi nel Nord Africa e nell’Europa sud-orientale fino a lambire la Mitteleuropa, arrivando non solo a Budapest e per due volte alle porte di Vienna, ma anche in Friuli e in Salento, i turchi hanno per lungo tempo rappresentato una sorta di convitato di pietra della nostra cultura “occidentale”. Alcune espressioni linguistiche italiane portano ancora la traccia di questo fenomeno: “fumare come un turco” o “bestemmiare come un turco” ci mostrano infatti come il riferimento al turco sia usato in senso spregiativo e dire che qualcuno “parla turco” è d’altronde ancora oggi usato in Italia come modo per dire che la persona non si sta facendo capire. Eppure gran parte dell’Europa, e in particolare il nostro paese, si sono spesso costruiti in modo complementare alla cultura turca. Imparare il turco per noi italiani significa dunque riannodare dei fili che col tempo si sono certo un poco allentati, ma che per mezzo millennio sono stati ben stretti. Seguendoci passo a passo nella scoperta della lingua e della cultura turca senza mai perdere la Trebisonda, come facevano abilmente i marinai liguri quando seguivano la rotta per l’attuale città turca di Trabzon, scoprirete che il turco e la Turchia non sono poi così lontani da noi.
Ma perché è proprio la cultura italiana ad avere un rapporto privilegiato con quella turca?
Nonostante la paura e la ripulsa per il turco che un certo tipo di cultura ha cercato di infondere per secoli nella popolazione italiana ed europea, una compenetrazione tra le due culture ha sempre continuato ad operarsi a tutti i livelli sociali e in entrambe le direzioni.
La Turchia ottomana è, infatti, da sempre stata un tassello importantissimo nella rete di circolazione dei saperi e delle tecniche europea ed extra-europea. Per fare qualche esempio, possiamo ricordare che nel tardo quattrocento a corte di Mehmet II, il sultano che mise la parola fine all’impero bizantino, esercitò il suo talento il famoso pittore veneto Gentile Bellini. Nel XIX secolo, Giuseppe Donizetti, fratello del più celebre Gaetano, sarà per lungo tempo musicista ufficiale alla corte ottomana. E persino Leonardo da Vinci e Michelagnolo Buonarroti prestarono a un certo punto i loro servigi ai turchi (è vero o non è vero? Sfogliando quest’Assimil ne saprete di più!).
Ma ben più che le celebrità, sono stati gli emigrati comuni che in cerca di fortuna sono andati a ingrossare le fila della diaspora italiana ad impregnare Costantinopoli di un’italianità che diventerà una delle cifre costitutive della città, anche quando questa, da turca, si chiamerà Istanbul. Senza bisogno di risalire ai romani, la presenza italiana in parte delle terre che oggi chiamiamo Turchia precede infatti l’arrivo dei turchi stessi. I quartieri commerciali italiani sono, dal basso medioevo in poi, uno dei cuori pulsanti della Costantinopoli bizantina. Nel XIII secolo, in un periodo in cui i Veneziani si impossesseranno politicamente di gran parte dei territori bizantini, al senato veneziano sarà addirittura presa in considerazione la proposta di spostare la capitale dell’impero lagunare da Venezia a Costantinopoli! Ma come dicevamo, questo rapporto privilegiato non è unidirezionale; se la Turchia trabocca di italianità, anche il nostro paese è sempre pronto a vestirsi alla turca: le tracce turche in Italia ci sono, basta solo saperle riconoscere… Vi farà sorridere sapere che nelle Dolomiti, in Veneto o nel Sud Italia usiamo già senza saperlo parole turche o di origine turca, vestigia linguistiche di una presenza discreta ma continuativa nel nostro paese!
Benché le turcherie siano state moneta corrente in vari paesi europei, noi italiani abbiamo sempre avuto un ruolo di rilievo nel mantenere vicine la sponda occidentale e quella orientale del Mediterraneo. In effetti, non aveva poi così torto il pescatore turco Aziz del film Mediterraneo di Gabriele Salvatores (meglio conosciuto come “Nonzo”), quando rivolgendosi alla soldatesca italiana diceva “Italiani, turchi, una faccia, una razza!”.
Ecco, trovo che il senso più importante del lanciarsi nell’avventura proposta dall’Assimil di turco per la lettrice o il lettore italiano, sia proprio quello di darsi gli strumenti per poter essere attrice o attore di un riavvicinamento tra queste due culture, colmando così il divario che dall’esaurirsi dell’esperienza kemalista le ha portate piano piano ad allontanarsi, creando incomprensioni che sembrano sempre più incolmabili e irrisolvibili.
Imparare una lingua è sempre costruire un ponte e nel nostro caso imparando il turco parteciperete attivamente a recuperare una visione del Mediterraneo come mare che unisce piuttosto che come mare che divide.
Enrico Orsingher
Ritengo che sia il miglior corso di lingue per autodidatti sul mercato. Il mio livello C1, raggiunto con l’inglese e il francese, senza dubbio alcuno deve molto ai corsi base e di perfezionamento! Grazie mille, per il servizio e la sempre cortese professionalità offerta
Ho ormai finito da qualche giorno il metodo di greco moderno che proponete in catalogo. Ho seguito il corso nella sua interezza, compreso di supporto audio che ho potuto facilmente trasferire sul mio cellulare in modo tale da avere sempre a portata di mano le lezioni. Devo dire di avere ottenuto notevoli risultati in poco tempo: tutti i miei amici greci sono rimasti stupiti, mentre quelli che non mi conoscevano mi hanno scambiato addirittura per un greco inizialmente. Per questo vi ringrazio di cuore del lavoro svolto su questo manuale, che consiglio vivamente a tutti i miei amici!