Giri di lingue: il latino via inglese rientra nell’italiano

L’influenza dell’inglese sull’italiano sta riportando un latino “anglicizzato” nella nostra lingua

Un tema a cui di recente abbiamo prestato attenzione riguarda l’uso sempre più frequente nella nostra lingua parlata di numerosi inglesismi. È diventata una pratica così normale che tutti noi ormai quasi non ci facciamo più caso. Succede, ad esempio, ogniqualvolta organizziamo un meeting per discutere delle performance aziendali insieme al nostro team, o quando andiamo al centro estetico per farci sistemare il make up e nell’attesa non manchiamo di leggere distrattamente le immancabili riviste di gossip.

E fin qui niente di così strano, considerata l’enorme influenza che la cultura anglosassone da un lato e la globalizzazione dall’altro hanno avuto e stanno avendo sul nostro modo di riferirci alle cose e ai fatti della vita contemporanea. Un trend che nella migliore delle ipotesi è dettato dalla necessità di usare una lingua condivisa per comprendersi meglio, nella peggiore (ammettiamolo) quella di darsi un tono.

Tuttavia, la vicenda presenta anche un aspetto piuttosto singolare: poiché il lessico inglese è pieno di tutta una serie di parole recuperate o create a partire dal latino, molte delle new entry in questione hanno per tutti noi, a ben guardare, un’aria molto familiare. In sintesi, a causa di un curioso incidente storico-linguistico, il latino dopo aver fatto un bel giro intorno al mondo torna nell’italiano ma, nel riaffacciarsi sulla nostra lingua, tanti termini latini rientrano nell’uso non con la pronuncia originaria, bensì con quella anglosassone.

Ne avete in mente già qualcuno? Sì, sono proprio loro, termini come mass media, summit, tutor, plus, audit, forum, sponsor, auditorium, rientrati nella nostra lingua attraverso l’inglese, ponendo essenzialmente due ordini di problemi da tempo al centro di un acceso dibattito tra i più autorevoli linguisti.

La prima questione, come accennato prima, è quella della pronuncia, la seconda quella della formazione del plurale. Sintetizziamo la questione affidandoci ad alcuni articoli dedicati all’argomento dall’Accademia della Crusca.

Partiamo con il caso più semplice: quando i latinismi, giunti all’italiano attraverso l’inglese, presentano una veste fonetica riconducibile a quella latina il problema quasi non si pone: è il caso di parole come ultimatum, quorum, forum, campus, sponsor che non suscitano dubbi riguardo alla pronuncia e possono essere tranquillamente scambiate e usate come latinismi diretti. Altre parole invece, e citiamo il caso di mass media, audit, summit, plus, classificate come anglismi sebbene abbiano matrice latina, arrivano in italiano con una pronuncia decisamente anglosassone: mass media [mes midia], audit [ɔdit], summit [sàmit], plus [plʌs], fino al caso certamente più divertente di sine die pronunciato “all’inglese” [sain dai].

Qual è dunque per esse la pronuncia più corretta?

Queste parole sono arrivate all’italiano attraverso la mediazione di altre lingue portando con sé anche quella sfumatura di significato che la lingua di acquisizione ha loro attribuito, ma la loro matrice latina è innegabile. Proprio per questi motivi, secondo l’analisi della Crusca, nessuna delle due pronunce si può dire errata. Il consiglio è una nota di buon senso: è possibile utilizzare un tipo o l’altro di pronuncia scegliendo in base al contesto (o a chi ci si rivolge) consapevoli della lunga storia e dell’enorme eredità che questi termini portano dietro di sé.

Qual è invece per queste parole la forma corretta del plurale?

Come evidenziato da studi linguistici, nelle lingue vive operano normali processi di semplificazione e di analogia che le portano a evolvere verso la soluzione più “economica”. Trattandosi di forestierismi ormai ben radicati nell’italiano, le parole appena citate restano invariabili al plurale e questo grazie al transito dall’inglese che li ha “parificati” al trattamento degli altri anglismi. Pensiamo alla parola curriculum che ricorre sempre più spesso nella forma invariabile a discapito del suo davvero poco usato plurale curricula. In sintesi, nella formazione del plurale, l’uso della forma invariabile è la scelta che decisamente ci permette di sbagliare meno.

Al di là delle riflessioni, se ci avete seguito fin qui, sarete certamente curiosi di tuffarvi alla ricerca delle contaminazioni tra le due lingue. Nei nostri corsi di latino e inglese troverete il mare magnum che cercate!

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RECENSIONI

Giulia Zangerle

Ritengo che sia il miglior corso di lingue per autodidatti sul mercato. Il mio livello C1, raggiunto con l’inglese e il francese, senza dubbio alcuno deve molto ai corsi base e di perfezionamento! Grazie mille, per il servizio e la sempre cortese professionalità offerta

l.castrogiovanni@campus.unimib.it

Ho ormai finito da qualche giorno il metodo di greco moderno che proponete in catalogo. Ho seguito il corso nella sua interezza, compreso di supporto audio che ho potuto facilmente trasferire sul mio cellulare in modo tale da avere sempre a portata di mano le lezioni. Devo dire di avere ottenuto notevoli risultati in poco tempo: tutti i miei amici greci sono rimasti stupiti, mentre quelli che non mi conoscevano mi hanno scambiato addirittura per un greco inizialmente. Per questo vi ringrazio di cuore del lavoro svolto su questo manuale, che consiglio vivamente a tutti i miei amici!

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